EMERGENZA ALIMENTARE E SANITARIA
Mentre la pandemia mette in ginocchio il mondo intero, il Corno d’Africa ha dovuto far fronte a questo periodo con l’aggravante di altre sfide: nuove tensioni politiche, invasioni di locuste che hanno devastato le produzioni agricole, impossibilità di accedere al mercato. Là dove i sistemi socio-economici sono già fragili, la pandemia, nata come emergenza sanitaria, sta tragicamente mettendo in risalto le disuguaglianze e sta mettendo in ginocchio la gente nelle zone rurali del Corno d’Africa, che è alla fame.
Obiettivo della proposta è combattere l’emergenza alimentare con la distribuzione di animali o con la distribuzione di cibo.
Per far fronte all’emergenza alimentare si intende agire a livello familiare attraverso azioni di formazione e fornitura di beni essenziali alla sopravvivenza e alla sicurezza alimentare.
DISTRIBUZIONE BENI ALIMENTARI
L’alimentazione di base della popolazione eritrea è l’engera, una focaccia a base di farina di vari cereali, e lo shirò, una crema di ceci con cipolle.
Pomodoro e verdure condite con olio completano il menù.
Ogni famiglia selezionata riceverà una quantità proporzionale al numero dei membri (in media cinque) di farina, lenticchie e olio di semi.
15€
per il cibo ad una famiglia dell’Eritrea per una settimana
50€
per una pecora in Etiopia
DISTRIBUZIONE ANIMALI
Con l’acquisto di una pecora o una capra gravida, la famiglia può avere presto un piccolo allevamento e latte, può avviare una piccola attività di commercio dei prodotti derivati dall’allevamento (latte, burro). Gli ovini sono animali resistenti, particolarmente adatti alle zone aride e sono facili ed economiche da mantenere. Spesso è compito dei bambini prendersene cura. Per questo sono particolarmente adeguati alle famiglie più povere.
Per questo un piccolo allevamento familiare è fondamentale per far fronte a questo periodo difficile.
Tutti i villaggi, dediti all’agricoltura e alla pastorizia, sono stati più o meno colpiti dall’invasione delle locuste e le piogge irregolari hanno rovinato il raccolto. Nei villaggi la gente vive di agricoltura di sussistenza, quindi per i prossimi mesi sarà necessario sostenere le famiglie con animali e beni alimentari:
- Verranno distribuiti alimenti in 6 villaggi dell’Eritrea
- Verranno distribuiti ovini in 4 villaggi dell’Etiopia
Beneficiari del progetto sono più di 2300 persone:
• In Eritrea: si distribuiranno generi alimentari in sei villaggi per
portare soccorso a 300 famiglie indigenti, circa 1500 persone:
si tratta di famiglie povere con bambini o anziani, disabili e malati.
• In Etiopia: 120 famiglie fragili nei villaggi del Wolaita in Etiopia, per la distribuzione di piccoli animali e l’avvio di allevamenti raggiungendo circa 800 persone. Tra novembre e gennaio sono già stati consegnati 190 capi animali. Ora la richiesta è stata ampliata ad altri 4 villaggi seguiti da GMA.
IN ETIOPIA
Si sono attuate politiche molto restrittive per la prevenzione della pandemia. Fortunatamente ad oggi il numero di casi nel paese resta limitato; ma gli effetti collaterali sono molteplici, soprattutto a livello economico: non potendo “vivere” i mercati, la gente delle zone rurali è stata privata di ogni misura di sussistenza. Inoltre, in questi mesi le coltivazioni del sud est del paese sono state devastate dall’invasione di locuste e i disordini politici e le molteplici sommosse emerse nel paese hanno messo a repentaglio l’economia locale. L’economia familiare, sostiene l’economia le famiglie nei villaggi: chi ha animali ha una base per sopravvivere.
IN ERITREA
La pandemia Covid-19 ha causato problemi e sofferenze anche a persone che non ne sono state direttamente colpite: il Paese è in costante lockdown da marzo 2020, scuole e negozi di alimentari sono chiusi; mancano i trasporti. Durante il periodo della mietitura, inoltre, c’è stata un’invasione di locuste che ha colpito alcune regioni del paese, aumentando la miseria: in alcuni villaggi non ci sono più nemmeno le foglie sugli alberi.
Nei villaggi restano anziani e bambini piccoli, e tutto gravita sulla forza delle mamme; i giovani e gli uomini adulti sono al servizio del governo a tempo illimitato; inoltre da novembre 2020 la guerra divampa oltre il confine con l’Etiopia, nella regione del Tigray, con il coinvolgimento di soldati eritrei.