Come nacquero i Corsi Donnattiva?
Nel 1999 l’Eritrea era nuovamente in guerra con l’Etiopia, una guerra devastante, che ha falciato la popolazione maschile. Durante la guerra di indipendenza dall’Etiopia, durata più di vent’anni si è assistito ad una migrazione della popolazione verso i centri abitati, verso i luoghi in cui maggiori erano le probabilità di ricevere aiuti umanitari e protezione dalla violenza della guerra.
Nel 1999, mentre questo progetto nasceva si contavano 100.000 morti; circa 600 mila profughi, oltre 60.000 eritrei. I numeri erano destinati a crescere vertiginosamente negli anni. All’interno del sistema economico locale la donna assume un ruolo molto importante: il 75% della forza lavoro locale è rappresentato da donne che si occupano principalmente di raccolta della legna, trasporto di acqua, commercializzazione dei prodotti, mantenimento delle colture, cura degli animali, tessitura, artigianato, lavorazione dei prodotti alimentari e… cura dei figli.
La donna che vive in città, soprattutto quella che è arrivata in città a seguito dell’abbandono del proprio villaggio di origine per motivi di sicurezza o per necessità, è costretta ad assumere nuovi stili di vita. In Asmara molto maggiori sono le possibilità e le occasioni di incontrare nuovi lavori e reddito, ma anche molto maggiore è il rischio di vivere momenti di abbandono e di caduta in forme di violenza psicologica e fisica.
Oggi Donnattiva continua
La guerra armata è un fantasma che si ripropone ai cittadini eritrei costantemente. La diaspora ha tolto al Paese le giovani generazioni.
La vita familiare ricade sempre sulle donne, alle quali spetta garantire i bisogni di base dei figli. Quando il progetto nacque il numero delle ragazze madri era in notevole aumento a causa della guerra. In Eritrea infatti vengono chiamate alle armi e portate in prima linea anche le ragazze. Una delle cause che possono esentare la donna dagli obblighi militari è una eventuale gravidanza. Questo ha causato un aumento di ragazze madri, di bambini abbandonati e di giovani donne che, decidendo di tenersi il figlio da sole, spesso senza il riconoscimento del padre e rinnegate dalla propria famiglia di origine, abbisognano di inventarsi una nuova vita. Inoltre le vedove di guerra erano a migliaia.
La scuola è quindi rivolta a donne che non possono contare su un nucleo familiare o un aiuto da parte del marito e si fanno carico del sostentamento proprio e dei figli.
I corsi di Donnattiva sono volti a promuovere l’autonomia professionale e lavorativa della donna. Tutti i corsi di studi prevedono:
– promuovere la professionalità in economia domestica
– conoscenza di economia di base
– lezioni per migliorare l’organizzazione della propria famiglia, igiene e salute, etica e valori personali
– sostegno e accompagnamento alle donne nelle proprie scelte lavorative.
I Corsi sono di due tipi:
1. Corso biennale di economia domestica
In tale corso sono materie di studio: cura e igiene della persona; lingua inglese; economia domestica; taglio e cucito; matematica; preparazione e produzione degli alimenti e tecniche culinarie; metodologie per la riduzione dei costi; igiene e pulizia degli ambienti; conservazione degli alimenti; salute e alimentazione; puericultura, tecniche di auto promozione; marketing; uso del credito. Il corso si svolge durante cinque giorni della settimana, dalle ore 08.00 alle ore 17.00, con una pausa a mezzogiorno, per un totale di 40 ore settimanali.
2. Corso semestrale
Il percorso breve viene dedicato a donne con un più basso livello culturale; un approccio più laboratoriale e mira a promuovere la produzione di manufatti da vendere sul mercato locale o alla professionalizzazione presso strutture alberghiere o di ristorazione.
Le donne frequentanti il corso ricevono un piccolo salario di frequenza: questo è stato pensato sia come incentivo alla partecipazione sia, soprattutto, quale aiuto economico alla gestione dei problemi familiari che la donna incontra durante il periodo di frequenza. Spesso queste difficoltà sono di entità tale che, senza questo piccolo aiuto, la donna sarebbe costretta ad abbandonare il corso. Alla fine del percorso di studi, le donne vengono accompagnate alla vita lavorativa.